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Prendetevi il tempo. 40 minuti per guardare in sequenza i 4 video che compongono l’intervista allo psicoanalista Carl Gustav Jung condotta da John Freeman  e trasmessa il 22 ottobre 1959 dalla BBC. Come di consueto per gli episodi della trasmissione “Face to Face”, la telecamera è concentrata quasi esclusivamente sul volto di Jung per l’intera intervista mentre lo stile dell’intervistatore è asciutto e penetrante. Jung è ripreso nella sua casa in Svizzera e all’epoca aveva 84 anni.

Quando accettò di essere intervistato, la comunità medica rimase sorpresa dal fatto che una persona così riservata fosse disposta a ammettere un intervistatore nel suo spazio personale. Il pubblico però ebbe una risposta molto positiva al programma e una delle sue osservazioni più famose sull’esistenza di Dio (“Non credo, lo so”) suscitò un acceso dibattito.
Sembra che proprio questo forte interesse verso il suo lavoro, lo abbia ispirato a scrivere la sua ultima opera, “L’uomo e i suoi simboli”, in cui espone con linguaggio semplice, tale da essere accessibile a tutti coloro in cerca di risposte, la sua teoria sul simbolismo dei sogni.

E’ un video raro e pregiato, in cui il fondatore della Psicologia Analitica espone in modo chiaro e sicuro l’importanza di studiare la psiche umana, mantenendo l’equilibrio tra il conscio e l’inconscio, in modo che quest’ultimo possa fornirci informazioni importanti senza sopraffare la coscienza individuale, della quale non potremo mai fare a meno. Jung afferma che l’unico pericolo esistente è l’uomo stesso, che siamo noi l’origine di tutto il male a venire, ma anche che la nostra mente non è confinata del tutto entro lo spazio e il tempo.

Con l’auspicio di aver proposto materiale gradito e interessante per i lettori, metto a disposizione i link ai quattro spezzoni che compongono l’intera intervista.

The great events of world history are, at bottom, profoundly unimportant. In the last analysis, the essential thing is the life of the individual.

This alone makes history, here alone do the great transformations first take place, and the whole future, the whole history of the world, ultimately spring as a gigantic summation from these hidden sources in individuals.

In our most private and most subjective lives we are not only the passive witnesses of our age, and it sufferers, but also its makers. We make our own epoch.

– C.G. Jung, 1934 Collected Works 10, para. 315

Face to Face, intervista a Carl Gustav Jung, 1/4

Face to Face, intervista a Carl Gustav Jung, 2/4

Face to Face, intervista a Carl Gustav Jung, 3/4

Face to Face, intervista a Carl Gustav Jung, 4/4

*Articolo già pubblicato sull’Osservatorio Psicologia nei Media

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