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Cupido, il dio dell’amore, corrispondente al dio greco Eros

Che siano anniversari privati o feste socialmente condivise, le ricorrenze stimolano quasi inevitabilmente in noi pensieri ed emozioni. Ma proprio a causa della combinazione di questi due elementi – pensiero ed emozione -, spesso il primo non riesce a dispiegarsi e rimane invece impigliato in luoghi comuni o pregiudizi.

San Valentino si approssima, e mentre molte coppie augureranno ai loro amici single di trovare un partner, molti single penseranno con dispiacere alla perdita della libertà degli amici accoppiati.
In generale il sentirsi stabilmente agganciati in un sistema sociale porta a razionalizzare e a giustificare questa scelta. Una serie di ricerche sullo status relazionale, di prossima pubblicazione su Psychological Science, conferma che difficilmente le persone si accontentano di affermare che essere single (o in coppia) sia una condizione adatta alla propria personalità ma, piuttosto, idealizzano il proprio stile di vita e ritengono che dovrebbe essere una norma valida anche per gli altri. Questo convincimento si rivela ancora più forte se si ritiene che un cambiamento nel proprio status relazionale sia improbabile.

Questo studio è il primo a mostrare dei modelli di pregiudizio specifici legati allo status relazionale, che rimane in gran parte latente e influenza, insidiosamente, la valutazione degli altri anche in ambiti in cui lo status relazionale non dovrebbe avere importanza. Se le persone possono essere coscienti della propria tendenza a idealizzare l’essere single o accoppiati, più difficilmente si rendeno conto che il loro status relazionale può influenzare come rispondono agli altri e come gli altri rispondono a loro. Ad esempio, si è visto che sia i single che gli accoppiati sono più disponibili nei confronti di chi condivide il loro status relazionale rispetto a coloro che non lo fanno, quando devono decidere chi assumere o per quale candidato politico votare.

Molta della razionalità che mettiamo nella nostra vita, e nel giudicare quella degli altri, non è affatto razionalità ma razionalizzazione: la giustificazione a posteriori, con argomenti che si sforzano di essere razionali, di impulsi emotivi inconsci. È il tentativo di ingannare noi stessi e il caos in cui annaspiamo ogni giorno, fingendo un ordine che non esiste.

Bibliografia

Laurin, K. & Kille, D. The Way I Am is the Way You Ought to Be: Perceiving One’s Relational Status as Unchangeable Motivates Normative Idealization of that Status. Psychological Science, 2013

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