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Riceve a Trieste

Tutti insieme appassionatamente” (titolo originale “The Sound Of Music”) è un film musicale del 1974 che ha vinto 5 premi Oscar e che è stato per anni in testa agli incassi di tutti i tempi. In quest’opera, tratta da un romanzo autobiografico, Julie Andrews ha il ruolo della giovane Maria, governante dei sette figli della famiglia Von Trapp, e si produce con virtuosismo nell’interpretazione di diversi brani musicali molto orecchiabili. Uno dei più famosi è “Do Re Mi”, un brano molto gioioso, che lei utilizza per insegnare ai bambini le note della scala musicale associando ad ogni nota una breve frase che evoca immagini o azioni facili da mimare.

Non sarebbe stato difficile profetizzare che una canzone con tali caratteristiche, prima o poi, sarebbe stata utilizzata nei modi più creativi e popolari, tuttavia al tempo di internet, è stata vista ed ascoltata da un numero di persone inimmaginabile cinquant’anni fa grazie all’evoluzione di un altro fenomeno: il flash mob.

Con questo termine si definisce un evento che riunisce molte persone in uno spazio pubblico per compiere un azione corale di breve durata. I raduni vengono organizzati via internet e spesso non includono alcuna prova preliminare.

Il presente video non rientra a rigore in questa definizione, in quanto è la ripresa di un’esibizione preparata dagli studenti di un college di Wellington, Nuova Zelanda, all’interno del programma delle rappresentazioni musicali annuali della scuola. Essi dichiarano di essersi ispirati ad un altro, precedente e famosissimo, flash mob che aveva avuto luogo pochi mesi prima alla Stazione Centrale di Antwerpen, in Belgio, nel marzo 2009 e che ha attualmente oltre 17 milioni di visualizzazioni su YouTube.
La coreografia, i costumi, il trucco, l’audio e le riprese di questo video risultano estremamente curati e il gruppo di danzatori è ben affiatato: sono tutti elementi che aumentano la godibilità del video e che indicano allo stesso tempo che non si tratta di un’esibizione improvvisata.

I flash mob sono un fenomeno contemporaneo singolare e interessante – non soltanto per gli spettatori che casualmente si trovano ad assistervi – in quanto hanno a che fare con un desiderio di divertimento collettivo “di base”, senza finalità altre che vivere il momento, provare e dare piacere, e in un mondo rappresentato dai mass media come costantemente gravido di eventi negativi, pericolosi e angosciosi si situano, con la loro ampia risonanza anche a posteriori, come una voce fuori dal coro che leva un messaggio di speranza verso la bellezza e la gioia e di rassicurazione sull’indole di questo strano animale che è l’essere umano.

Il fatto che questo video sia una produzione scolastica inoltre mette l’accento su un altro aspetto molto importante, e cioè sulla formazione dei giovani. In tutti i paesi occidentali le materie che ricevono maggiore importanza sono quelle scientifiche e umanistiche, mentre le materie artistiche sono considerate secondarie e vengono relegate in spazi angusti. Questa gerarchia ha certamente a che fare con il fatto che il sistema educativo è stato articolato nel diciannovesimo secolo in modo da rispondere ai bisogni dell’industrializzazione, ma oggi, anche grazie al contributo di psicologi come Gardner, sappiamo che l’intelligenza è multipla e che ciascuno di noi ha delle modalità preferenziali di comprensione ed espressione e che la creatività, dal canto suo, origina frequentemente dall’interazione tra diversi approcci disciplinari.
Un’esperienza di questo genere, in cui la scuola sostiene con forza e valorizza le capacità artistiche dei ragazzi, trasmette anche un messaggio che può portare a ripensare le nostre idee su quale tipo di formazione possa essere “sostenibile” nel futuro, visto che il modello attuale ci ha portati quasi al collasso. Ritengo che un’educazione che tenga conto della pienezza del loro essere, delle differenze individuali e delle diverse intelligenze potrebbe invertire la rotta ed evitare che gli uomini e le donne di domani giungano alla scotomizzazione di parti importanti di sé, con conseguente disagio psicologico.

Il sorriso che provoca la visione di questo flash mob è una straordinaria dimostrazione di creatività, e credo consenta anche un piccolo insight sulla natura umana che, oltre il catastrofismo imperante, desidera resistere alle lusinghe del cinismo. Buona visione!

*Articolo già pubblicato sull’Osservatorio Psicologia dei Media

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