Essere morsi da un cane è un’esperienza che come minimo si può descrivere come spiacevole e che, in certi casi, può costituire un trauma permanente che aliena la possibilità di godere del rapporto con i cani, anche a lungo termine.
Quando a mordere è il nostro cane – quello che abbiamo preso da cucciolo, nutrito, coccolato, amato e che consideriamo un membro della famiglia – l’esperienza può assumere delle connotazioni inquietanti e farci sentire traditi nel patto di reciprocità. A volte questo accade ripetutamente e peggiora il nostro vissuto nei confronti del cane, andando a costituire un fondo di emozioni negative nei suoi confronti che può amplificarsi fino a esiti tragici.
Non è sempre facile convincere il cane a non mordere la mano che lo nutre, ma possiamo cercare di capire come mai questo accade e quali sono i nostri errori. Ricordiamo che “il cane ha sempre ragione“, secondo la psicologia canina.
Cominciamo con il riconoscere che quando i cuccioli giocano tra loro usano la bocca, e quindi prendere in bocca (o mordere) la mano del proprietario quando si gioca o li si coccola – specialmente se la modalità è intensa e il cane ha un temperamento vivace – è una estensione naturale del loro repertorio comportamentale all’umano che fa parte del branco. In questi casi, mordere non ha un’intento aggressivo, ma può diventare un’abitudine difficile da correggere se interagendo con il nostro amico assumiamo un comportamento controproducente.
Quando il cane inizia spontaneamente un’interazione con l’umano, ad esempio saltando su di lui, sta portando una richiesta di attenzione. Spingerlo via, dargli una pacca o picchiarlo, anche se sono risposte che nella nostra mente consideriamo eventi negativi o punizioni che dovrebbero insegnargli a smettere, di fatto gliela concedono e quindi rinforzano il comportamento anzichè estinguerlo come vorremmo. Il concetto di condizionamento operante, elaborato in seguito alle ricerche di Skinner, spiega molto bene quale sia il processo di apprendimento che porta ad un aumento della probabilità di emissione di un comportamento spontaneo.
A seconda della personalità del cane e della gravità della punizione, egli può sviluppare nel tempo modalità di risposta diverse: potrebbe diventare timoroso e rannicchiarsi ogni volta che si avvicina la mano alla sua faccia o addirittura rifiutarsi di avvicinarsi quando lo chiamiamo, oppure sviluppare una risposta difensiva cercando di mordere per proteggersi da una violenza attesa, o ancora interpretare uno schiaffetto come un invito al gioco ed eccitarsi ancor di più.
E’ essenziale in questi casi che al cane venga offerto invece un comportamento alternativo accettabile, da ricompensare in modo da renderlo più probabile, ed occorre mettere particolare attenzione alle interazioni tra il cane e i bambini minori di 8-9 anni: poiché generalmente la prima reazione dei bambini all’essere mordicchiati è spingere via il cane con mani e braccia, questo probabilmente verrà interpretato dal cane come un invito a proseguire il gioco.
In altri casi, il morso ha origini differenti. Ho recentemente ricevuto una richiesta di consulenza psicologica da parte del proprietario di un Rottweiler di 7 anni, che aveva morso la mano della sua compagna mentre lei gli metteva la museruola per uscire. Questo episodio era stato seguito da una modificazione dell’atteggiamento del cane, che manifestava una minore indipendenza e avvilimento, come se si sentisse in colpa.
Il cane era stato preso da un canile quando aveva circa 2 anni, già castrato dai precedenti proprietari perché considerato aggressivo, ma fino a quel momento si era sempre comportato in modo amichevole e affettuoso verso i suoi nuovi familiari.
Il Rottweiler è un cane a torto considerato aggressivo, in realtà è un animale forte e intelligente con una tendenza ad essere dominante, particolarmente se maschio, il che non lo rende un cane adatto a chi non ha esperienza. Possiede un innato desiderio di proteggere il suo territorio e i componenti della famiglia, può essere educato come ottimo cane da difesa o da lavoro e per carattere ha bisogno di svolgere molto movimento e di essere impegnato in attività. Questi requisiti erano soddisfatti dallo stile di vita della coppia e dalla loro sistemazione abitativa, che inlcudeva uno spazioso giardino.
Il gesto quindi appariva inspiegabile e preoccupante. Analizzando la dinamica della relazione fra i tre componenti del nucleo e del momento specifico in cui è avvenuta la morsicatura, è emerso che vi erano delle tensioni attuali nella coppia e che il cane, percependo lo stato d’animo turbato della donna nel momento in cui lo stava preparando per uscire, le aveva in un certo senso “agite” e messe in mostra.