All’approssimarsi della primavera e prima che si abbatta su di noi la solita tempesta di “consigli” per dimagrire in vista della “prova bikini”, da parte dei “femminili” ma non solo, – consigli che sottintendono che una donna magra è una donna più bella, più felice, più amabile e comunque “più” – può essere benefico guardare questo delizioso corto di animazione, Slimtime.
Una donna in notevole sovrappeso viene accompagnata dall’allampanato marito in un centro di dimagrimento. E’ lo sguardo curioso di lui che ci guida in un edificio altissimo dall’estetica retro-futuristica ispirata a 2001: Odissea nello spazio, in cui le operatrici del centro, eleganti nel loro look anni 60/70 e vestite di arancione – uno dei colori più di tendenza in quel periodo – , sottopongono le ciccione a dei trattamenti inesorabili e vagamente allarmanti.
Lei è ansiosa di dimagrire, forse il suo scopo è sedurre nuovamente suo marito.
Nonostante il design morbido, elegante e minimale, una rilassante palette di pochi colori, e un approccio umoristico sbigottito, l’inquietudine a poco a poco sale: le operatrici sono tutte egualmente snelle ed eleganti, le ciccione ricevono tutte lo stesso trattamento. Standardizzazione, normalizzazione, sterilizzazione?
Eppure succede qualcosa… meglio non dire altro e lasciare che lo dica il film.